Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, anche di terze parti. Cliccando su “Accetta”, proseguendo la navigazione, accedendo ad un’area del sito o selezionando un qualunque suo elemento, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetta

Navigazione contenuti

Contenuti del sito

L'EDUCAZIONE ALIMENTARE: UN APPELLO PER IL CAMBIAMENTO

Immagine dell'articolo

Nel panorama sempre più complesso della nostra società moderna, c'è un aspetto cruciale che spesso viene trascurato: l'educazione alimentare. È questo il cuore dell'appello lanciato da Slow Food Italia, insieme all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e alle Comunità Laudato si'. Un appello che non solo mira a informare, ma soprattutto a trasformare, a cambiare radicalmente il modo in cui percepiamo il cibo e il suo impatto sulla nostra salute, sulle nostre comunità e sul pianeta.

"Il cibo ci ammala", afferma Carlo Petrini, fondatore di Slow Food Italia. Questa è una dichiarazione potente e provocatoria che ci invita a riflettere sulle abitudini alimentari della società contemporanea. Il cibo, anziché essere nutrimento e cura, spesso diventa fonte di malattie, sia fisiche che sociali. L'obesità, le malattie croniche legate all'alimentazione sbagliata, le ingiustizie sociali nel accesso a cibo di qualità, sono solo alcune delle conseguenze di un approccio distorto al cibo.

Ma l'appello non si ferma qui. È un invito a trasformare il nostro rapporto con il cibo, a riappropriarci di una consapevolezza che sembra essersi smarrita nel caos della vita moderna. "Il cibo diventa noi", continua Petrini. Questa semplice affermazione racchiude in sé l'idea che il cibo non è solo qualcosa che consumiamo, ma che esso plasma letteralmente chi siamo. Da qui l'urgenza di educare, fin dalla più tenera età, al dialogo corretto e gioioso con il cibo, e a una conoscenza profonda del sistema alimentare.

Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, sottolinea l'importanza di istruire i giovani su questo fronte. "È vitale istruire", afferma con enfasi. È solo attraverso un'educazione alimentare diffusa e sistematica che possiamo sperare di invertire la rotta e costruire un futuro migliore per noi stessi e per il pianeta. E questo inizia nelle aule scolastiche, dove i bambini devono ricevere gli strumenti necessari per fare scelte consapevoli, libere e giuste, sia per loro stessi che per l'ambiente che li circonda.

L'appello non è solo un grido rivolto al governo italiano, ma è un invito a tutti noi, a prendere parte attiva in questa rivoluzione silenziosa ma potente. Coinvolgere il maggior numero possibile di persone è essenziale perché questo appello non resti un semplice desiderio, ma diventi una realtà tangibile che permea ogni livello della nostra società.

Le istituzioni accademiche si sono unite a questo appello, riconoscendo l'importanza di un cambiamento profondo nel modo in cui insegniamo e apprendiamo il cibo. L'Università di Torino, l'Università del Piemonte Orientale e il Politecnico di Torino sono solo alcuni dei protagonisti di questa mobilitazione per un'educazione alimentare diffusa e trasformativa.

In conclusione, l'appello per l'educazione alimentare non riguarda solo il cibo, ma si estende a tutte le sfere della nostra vita. È un invito a riconnetterci con ciò che mangiamo, a comprendere il suo impatto e a fare scelte consapevoli che ci permettano di costruire un futuro più sano, equo e sostenibile.

11/05/2024

Inserisci un commento

Nessun commento presente

Ultimissime

30 NOV 2025

VANDALIZZATO A ROMA IL MURALE “HUMAN SHIELDS”

Il messaggio (scomodo) dell’artista aleXsandro Palombo

30 NOV 2025

VERSTAPPEN VINCE IN QATAR

Il Mondiale si deciderà ad Abu Dhabi

26 NOV 2025

GENNARO CAPOLUONGO RACCONTA GLI EROI SILENZIOSI DELLO STATO

“Dalla parte giusta”

25 NOV 2025

ROMPERE IL SILENZIO

Perché la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne riguarda anche noi

24 NOV 2025

UNA STORIA CHE ATTRAVERSA LE COSCIENZE

Il nuovo libro di Marco V. Ambrosi

21 NOV 2025

MEDICINA, PRIMO TEST DEL SEMESTRE “FILTRO”

Entusiasmo, proteste e… foto trapelate sui social