In Italia la coltivazione della cannabis, seppur per uso personale o scopo medico è illegale. Nonostante per alcune patologie, sia la stessa Asl a fornirla per uso terapeutico, il nostro Paese vieta la coltivazione della sostanza stupefacente.
L’argomento è da tempo al centro di animati dibattiti e più volte discusso in Parlamento. In queste ore si è concluso il processo di Walter De benedetto, accusato di coltivare marijuana in casa. L’uomo, malato di artrite reumatoide, quando nel 2019, il sistema sanitario non poté fornirgli il quantitativo previsto, decise di coltivare in casa alcune piantine di cannabis.
In seguito ad una perquisizione dei Carabinieri, venne accusato di “coltivazione di sostanza stupefacente in corso”. Ieri è arrivata la sentenza del Tribunale di Arezzo, che assolve l’uomo dall’accusa, “perché il fatto non sussiste”.
Riccardo Magi, deputato di Più Europa Radicali che in prima persona sostiene la legge per l’auto-coltivazione della marijuana, ha dichiarato: La sentenza di oggi dà speranza a chi si batte per il diritto di ricevere le cure a base di cannabis che oggi è negato dallo Stato italiano. Ma dà anche speranza a chi, come noi, insieme a Walter crede non sia rinviabile una riforma del testo unico sugli stupefacenti a partire dalla completa depenalizzazione della coltivazione domestica per uso personale verso una vera legalizzazione della cannabis”.
28/04/2021
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