Nel vasto e mutevole paesaggio della rete, un nuovo esercito di professionisti digitali si è levato in piedi, svelando la potenza della Creator Economy. Ma mentre la loro influenza cresce, c'è un coro crescente che chiede regole, una guida per navigare in questo oceano di creatività e potenziale.
La prima domanda che balza in mente: chi sono gli influencer e i content creator? Se li vediamo come promotori di prodotti o intrattenitori online, forse è giunto il momento di guardare oltre. Questi individui non solo plasmano tendenze e raccontano storie, ma svolgono un ruolo cruciale nel plasmare prospettive, trasformando il tessuto sociale ed economico.
L'Associazione Italiana Content & Digital Creators è emersa come baluardo per questa nuova ondata di professionisti digitali. La presidente Sara Zanotelli la descrive come una voce per il cambiamento, un'entità che mira a proteggere e guidare una categoria che non può più essere ignorata. E i numeri lo confermano: con oltre 350.000 professionisti e un giro d'affari potenziale di 2,55 miliardi di euro, la Creator Economy è una forza da non sottovalutare.
La penetrazione di questo fenomeno è sorprendente: il 76% degli italiani segue almeno un influencer, e oltre la metà di questi segue consigli su prodotti dati proprio da queste figure. È un mondo che coinvolge milioni, con 250 creator già uniti all'Associazione, inclusi nomi di spicco come Khaby Lame, Luca Campolunghi, Sespo e altri.
Ma con grande potere, arriva la richiesta di regole. La proposta di un codice Ateco per la categoria è un punto di discussione. Mentre alcuni, come il direttore centrale entrate INPS, Antonio Pone, lo considerano necessario per garantire la previdenza, altri, come il sottosegretario Claudio Durigon, credono che il sistema debba adattarsi alla fluidità del mondo digitale.
Anche il ministro delle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, ha affrontato l'argomento. Ha evidenziato l'impegno del Ministero nella campagna per la sicurezza stradale, coinvolgendo gratuitamente influencers e figure online. Salvini riconosce il potenziale dei social nel trasmettere messaggi importanti, come la sicurezza stradale, ma non ignora neanche i lati oscuri: il cyberbullismo e l'hate speech.
Ecco un punto cruciale: l'equilibrio tra il potenziale positivo dei social e la necessità di proteggere i giovani da pericoli come il cyberbullismo. Secondo una ricerca del Moige, il 31% dei ragazzi ha dichiarato di aver subito "prepotenze" online. È un aspetto inquietante che richiede un'attenzione immediata.
Persino i colossi digitali come YouTube si sono uniti al discorso. Diego Ciulli, Head of Government Affairs & Public Policy di Google, rivela che entro la fine dell'anno saranno 20 milioni gli italiani che guarderanno YouTube dalla TV anziché dal cellulare. YouTube è pronto a collaborare per misurare la propria influenza e svolgere un ruolo costruttivo nella definizione delle regole.
La Creator Economy è una forza trainante che spinge l'innovazione e la creatività, ma la richiesta di regole e normative è un richiamo chiaro. Il futuro digitale deve essere un luogo sicuro, inclusivo e sostenibile per tutti. Lavorare insieme, da creator a istituzioni, è l'unica via per garantire un futuro positivo per questa nuova frontiera digitale.
07/12/2023
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