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LICENZIATA PERCHÉ SU ONLYFANS

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Ha solo 29 anni, si chiama Elena Maraga, e fino a pochi giorni fa era una maestra d’asilo in una scuola paritaria cattolica. Da ieri, però, non lo è più. La causa? La sua presenza su OnlyFans, la piattaforma per adulti dove alcuni utenti pubblicano contenuti espliciti a pagamento. Una scelta personale che è costata a Elena il posto di lavoro.

La scuola ha motivato il licenziamento con una lettera ufficiale: "per giusta causa con effetto immediato", scrivono, perché la sua attività online "contrasta con l’ispirazione cattolica che orienta l’indirizzo educativo della scuola". Ma c'è di più: a pesare sarebbe stata anche la sua esposizione mediatica. In tv e sui giornali, Elena aveva detto di non provare vergogna per il suo corpo, rivendicando la libertà di gestirlo come vuole.

Una libertà, però, che secondo l’istituto avrebbe "pregiudicato irrimediabilmente l’elemento fiduciario". Tradotto: da quel momento, per la scuola non era più possibile tenerla come insegnante. Peccato che, in cinque anni, Elena non avesse mai ricevuto segnalazioni negative sul suo lavoro. "Come educatrice non ho fatto mai mancare nulla né ai bambini né alla scuola", ha detto.

Alcuni genitori l’hanno sostenuta, sottolineando che la sua attività "esterna" non influiva sulla qualità del suo insegnamento. E proprio qui nasce la domanda che ha infiammato i social: cosa c’entra la vita privata con la capacità di educare? O meglio: può davvero un profilo online annullare anni di dedizione, cura e professionalità?

Il caso Maraga tocca un nervo scoperto della nostra società: il corpo delle donne e il controllo su di esso. Elena non ha fatto nulla di illegale. Non ha nascosto chi è. Non ha mancato di rispetto al suo ruolo. Ha solo scelto di mostrarsi come voleva, senza vergogna. Ma evidentemente questo, per qualcuno, è già troppo.

Certo, lavorare in una scuola cattolica comporta anche accettarne i valori. Ma possiamo davvero parlare di "valori" se questi vengono usati per escludere, giudicare o censurare?

Per molti giovani, questa storia è più di un fatto di cronaca. È un simbolo di quella tensione continua tra libertà e conformismo, tra autodeterminazione e stigma sociale. Elena oggi è fuori dall’asilo, ma dentro una battaglia più grande. Che riguarda tutti noi.

23/04/2025

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