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LE FORMICHE CANTANO SOTTO LA NEVE

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Le formiche cantano sotto la neve è il libro di Ilaria Boria, avvocatessa, dottoressa di ricerca in giurisprudenza. Un'opera in cui si vede forte il sillogismo tra le formiche e il genere femminile.

Ma cosa hanno in comune le donne e le formiche? La resistenza, forse. Le formiche camminano in eterno con un malloppo di infinite varietà di cibo addosso, diverse per tipologia o dimensione. La formica non conosce tregua, è costante presenza.

Ilaria Boria: «Questo romanzo riprende la storia delle formiche e delle cicale con una chiave di lettura diversa. Questa morale è emersa quasi per caso nel senso che nella descrizione di uno stato emozionale che è l’innamoramento iniziale con il suo affermarsi sopra ogni cosa, con il suo chiasso esagerato mi è venuto spontaneo nella narrazione paragonarlo, appunto, al chiasso delle cicale. Perché è l’immagine che mi è apparsa: queste cicale che si impongono, che devastano le sere d’estate.

E allora è stato naturale ragionare sempre per immagini nel descrivere la differenza tra l’innamoramento iniziale e la costruzione di un rapporto con il superamento degli istinti e degli egocentrismi individuali. E quindi pensare alle formiche. E le formiche in questo romanzo sono le donne, chiaramente, ma in senso più generale sono le donne e gli uomini che spostano il punto di vista, che riescono a superare gli individualismi e gli egocentrismi per costruire relazioni profonde, lavorando in silenzio, costruendo a poco a poco, cantando, alla fine, la loro canzone».

L’etimologia della parola dolore arriva dal latino dolore, derivato di dolere, cioè sentir dolore. Sensazione di sofferenza fisica o morale, spirituale. Cosa o persona che causa dolore, nella sua terza accezione.

Noi chiediamo a Ilaria Boria come si scrive il dolore: «Il dolore è uno stato emozionale intenso, costante e patrimonio di tutti. È una condizione umana universale che ha la capacità straordinaria di essere estremamente identica in ciascuno anche se chiaramente i fatti scatenanti sono diversi, le conseguenze sono diverse. E allora mi è sembrato interessante analizzare il dolore soprattutto nelle conseguenze, in ciò che è in grado di determinare utilizzando oltre all’io narrante che è Anna, anche una sorta di narratore esterno che conosce più di Anna, conosce le menti che a lei sfuggono. E il narratore esterno è in grado di entrare nelle dinamiche mentali, nelle percezioni dei personaggi spostando il punto di vista e mostrando, quindi, il dolore degli altri per quello che è davvero.

 

03/04/2021

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