Analizzando il Rapporto sull’occupazione, reso noto dalla Commissione europea, risulta chiaro che ad essere più colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia, sono i giovani e coloro che hanno dei contratti a tempo determinato. Con la crisi provocata dal Covid-19 “si sono persi 6,1 milioni di posti di lavoro, di cui 1,4 milioni di contratti a tempo determinato.” La disoccupazione è aumentata dal 6,5%” di marzo al 7,5% di settembre e da quanto comunicato dal commissario Nicolas Schmit, inevitabilmente nei prossimi mesi la situazione non migliorerà di certo. Secondo il Rapporto sull’occupazione, la crisi ha interrotto una tendenza positiva di 6 anni che l'Ue stava vivendo dal 2013, arrivando a toccare livelli altissimi nel 2019. La pandemia non solo ha invertito il trend positivo ma ha provocato sia la perdita di occupazione sia una notevole diminuzione di ore lavorate. Infatti, il commissario all’Occupazione Ue, Nicolas Schmit, sottolinea che in questo momento, la situazione sembra ancora vagamente stabile dato che in alcuni Paesi sono state previste delle misure per tutelate i lavoratori, come per esempio in Italia, che si è battuta per attuare il blocco dei licenziamenti. Ma la sua certezza è che questa manovra non sia altro che un rimandare l’inevitabile. Alla luce di questi dati, il commissario Schmit ha promesso: “L’Ue continuerà a mobilitare tutte le risorse per proteggere i lavoratori, preservare i posti di lavoro e facilitare la transizione lavorativa verso l'economia verde e digitale. Dobbiamo concentrare i nostri sforzi, su competenze e formazione. È fondamentale che in una crisi vengano aiutati i più vulnerabili della società e che venga posta un'enfasi maggiore nella lotta alla povertà, all'esclusione e alle disuguaglianze”.
24/11/2020
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