Tutti l’hanno vista, almeno una volta. Sotto forma di statua, forse. O stampata sui francobolli. Si trova spesso nelle vecchie cartoline (soprattutto di inizio secolo), nelle vignette di satira, in qualche poster, nei manifesti celebrativi.
l’immagine dell’Italia rappresentata come una donna. Forma allegorica, iconica, simbolica.
Nella Divina Commedia di Dante Alighieri l’Italia, nonostante le divisioni territoriali, è già concepita come un tutt’uno dal punto di vista culturale, sociale e religioso. Nel colloquio fra Dante e Sordello (Purgatorio, Canto VI) i due poeti rimarcano la triste realtà dell’Italia del loro tempo, divisa e sottoposta al dominio straniero: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello”.
In epoca medievale e rinascimentale cominciano a formarsi grandi collezioni di monete e di materiale archeologico, principalmente statue dall'iconologia che comprende anche l’immagine dell’Italia basata sui modelli romani, di fatto la prima rappresentazione di Italia turrita con stella, cornucopia e scettro. L'Italia turrita è stata nei secoli ampiamente raffigurata in ambito artistico, politico e letterario.
Il suo aspetto più classico, che deriva dal mito primordiale della Gran Madre, vuole trasmettere simbolicamente la regalità e la nobiltà delle città italiane (grazie alla presenza della corona turrita), l'abbondanza dei raccolti agricoli della penisola italiana (rappresentata dalla cornucopia) e il fulgido destino dell'Italia (simboleggiato dalla Stella d'Italia).
25/04/2021
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