C’è un momento, nella vita di chi fa arte, in cui si sente il bisogno di mettersi a nudo. È successo anche a Damiano David, iconico frontman dei Måneskin, che il 16 maggio lancia il suo primo album da solista, Funny Little Fears. Un lavoro personale, sincero e viscerale, in cui l’artista si toglie la maschera e affronta a viso aperto le sue fragilità.
“Con questo disco ho voluto urlare cose che prima non avevo mai avuto il coraggio di dire, neanche a me stesso”, ha raccontato Damiano alla stampa, durante la presentazione dell’album a Roma. “Mi sono sempre nascosto dietro una corazza. Ora l’ho distrutta”.
Quattordici brani in inglese, un viaggio emotivo e sonoro che spazia dal pop più intimo al rock, dalle atmosfere vintage anni ’50 a momenti da cantautore indie. Funny Little Fears è un mix di suoni e sentimenti, con collaborazioni di peso come Suki Waterhouse e d4vd, e singoli già noti come Silverlines, Born with a Broken Heart, Next Summer, Voices, e il nuovo Zombie Lady, in radio dal giorno dell’uscita.
Dietro ogni traccia, però, c’è molto più di una ricerca musicale: c’è un percorso psicologico. Damiano parla apertamente di un periodo buio, segnato da una relazione segreta finita male, che lo ha lasciato spaesato e con la fiducia in pezzi. “Mi ha fatto sentire sbagliato, come se mi avesse portato via la mia identità”, ha confessato. E da lì è nato tutto: il bisogno di fare chiarezza, di ritrovarsi, di trasformare il dolore in canzoni.
In questo senso, il disco è diventato quasi una terapia: “È stato un viaggio dentro me stesso. Avevo un senso di sconforto e non capivo da dove venisse. Scrivere mi ha fatto realizzare che erano le paure che mi bloccavano”. Da qui il titolo Funny Little Fears – quelle “piccole paure buffe” che diventano, paradossalmente, una via per connettersi con gli altri.
Ma c’è anche spazio per la rinascita, per la luce dopo il buio. Una nuova relazione – con la cantante e attrice Dove Cameron – ha contribuito a rimettere insieme i pezzi. “Il 90% della mia felicità dipende dalle relazioni”, ha detto. E le canzoni raccontano tutte le fasi di questo nuovo amore: dal cuore spezzato (Angel) al primo incontro (The First Time), fino all’abbandonarsi all’amore.
Nonostante il focus pop del disco, Damiano rassicura: nessun distacco dai Måneskin. “Quello che abbiamo fatto come band è unico. Questo disco è solo un altro lato di me, quello che sento più vero adesso. Ma continuo a cambiare”. E, anzi, promette: “Quando torneremo insieme, sarò cresciuto. Ora mi sento un artista migliore”.
Il suo debutto solista è già accompagnato da un tour mondiale – con tappe europee sold out, tra cui le tre italiane a Milano e Roma – e da uno short film girato nel deserto del Joshua Tree, dove il disco è nato. Un progetto che è anche cinema? Forse, ma senza pressioni: “Non mando mail ai registi, ma se arriva qualcosa su misura per me, potrei pensarci”.
In un panorama musicale che spesso preferisce l’estetica alla verità, Damiano David sceglie di mostrarsi vulnerabile. E così facendo, ci ricorda che anche le paure – soprattutto quelle più intime – possono diventare qualcosa di straordinariamente potente. Magari, addirittura, un’opera d’arte.
12/05/2025
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