I cani, se addestrati appositamente, potrebbero individuare, grazie al loro olfatto riescono a ricercare quello che gli esseri umani a volte trovano solo al microscopio.
Per esempio potrebbero riconoscere gli affetti da covid, il progetto è stato presentato da Mariangela Albertini, docente del dipartimento di medicina veterinaria, e approvato dal comitato etico dell'ateneo milanese. Il gruppo di ricerca comprende anche Federica Pirrone e Patrizia Piotti. Lo studio sarà svolto in collaborazione con la clinica universitaria di malattie infettive del Sacco e con la onlus Medical Detection Dogs Italy.
Sia gli studi sia le pratiche hanno dimostrato che i cani sono in grado di rilevare la presenza di malattie metaboliche individuando gli odori veicolati dai "Vocs", "composti organici volatili", associati alle patologie. Per esempio, che i cani possano essere utili come allerta per il diabete e il tumore al polmone.
Nel laboratorio di fisioetologia della facoltà di medicina veterinaria, a Lodi, i cani saranno addestrati ad individuare, attraverso l'olfatto, la presenza dei composti organici volatili associati al Covid-19 su campioni biologici ottenuti da pazienti mediante il consenso informato.
«Il fiuto è sviluppato in tutte le razze, ma ciò che conta veramente è la voglia del cane di collaborare con il proprietario. Per lui non dev'essere un lavoro ma un gioco», commenta Mariangela Albertini spiegando che non ci sono razze specificatamente adatte a questo genere di impiego. L'obiettivo è quello formare squadre cinofile operative per accelerare le procedure di screening, anche in occasione di grandi eventi pubblici e privati, nei trasporti, nonché per identificare i focolai in modo rapido.
07/04/2021
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