“Rifletto spesso sulle problematiche che vedo in giro tra i ragazzi... Posso dire che a volte ho come la sensazione di vedere nei loro occhi troppa incomprensione... Vedo che ancora vanno di moda le frasi slogan e che non si vede l’ora che accada qualche futile avvenimento per trovare la notizia da twittare per 2/3 giorni... Io parlo con i ragazzi, quando sono al bar e si siedono al tavolo con me sono tutti pieni di cose da raccontare, vorrebbero avere soltanto orecchie pronte ad accogliere, orecchie ed anime soprattutto... Se molti coetanei si perdono col tempo, forse è perché non siamo stati abbastanza bravi ad interpretare i loro perché”. Questo il messaggio di Niccolò Moriconi, cantautore conosciuto con il nome d’arte di Ultimo.
Un messaggio che dalla sua pagina Facebook fa il giro del web per legare genitori e figli, per stringere in poche parole due generazioni.
“Parlate con i ragazzi, e mi riferisco anche a chi ricopre ruoli importanti, parlate con i ragazzi... Chiedetegli cosa gli manca, chiedetegli dei sogni, aiutateli a non nascondersi, fateli ribellare, portateli ad avere ognuno le proprie ‘armi’ per potersi difendere... Bisogna avere spalle larghe e farsi spazio nel mondo... Io sono sempre stato un buono a nulla secondo tante persone, perché rifiutavo di parlare, non mi esprimevo mai; ce l’avevo col mondo e me la prendevo con chi non c’entrava niente... Questo non perché io ero un maleducato o ‘stronzetto’ ma perché non avevo la possibilità di esprimermi nel linguaggio che amavo: la musica”.
Un’arte che non si ferma alle parole ma che esprime un linguaggio, il suo, quello di Ultimo. “Che però era ed è IL MIO di linguaggio, non quello di tutti... Ogni ragazzo ha il suo, e dovete fare di tutto per farlo esprimere con quelle che sono le sue parole...”
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