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GIOVANI E CLIMA, LA SFIDA GLOBALE SI SPOSTA A BAKU, TRA IMPEGNI E INCOGNITE

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Mentre il mondo guarda con ansia all’evolversi dei cambiamenti climatici, la COP29 – il principale forum delle Nazioni Unite sulla diplomazia climatica – ha aperto i suoi lavori a Baku, in Azerbaigian. Per chi si chiede cos’è la COP, e perché se ne parla tanto, è importante sapere che questo evento annuale raccoglie i Paesi che hanno aderito alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), firmata nel 1992 al famoso Summit della Terra di Rio de Janeiro. In poche parole, la COP è un’occasione per le nazioni di confrontarsi e trovare soluzioni condivise per combattere l’emergenza climatica, che ormai riguarda ogni aspetto della vita globale, dal riscaldamento del pianeta alle crisi alimentari e sanitarie.

Le sfide della COP29: L’incognita Trump

La COP29 non sarà però una conferenza come le altre. Un’ombra incombente accompagna infatti i negoziati: il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che potrebbe riportare gli Stati Uniti a una linea meno collaborativa. Trump ha già dichiarato di voler ridiscutere gli impegni degli USA per ridurre le emissioni, minacciando di abbandonare il famoso Accordo di Parigi del 2015. Questo potrebbe far perdere slancio alla lotta globale per il clima, ma i Paesi presenti alla COP29 sanno che la posta in gioco è troppo alta per rallentare.

Il clima sotto stress: 2024 verso un nuovo record di temperature

Oltre alla questione politica, c’è un altro motivo di urgenza: i dati recenti mostrano che il 2024 potrebbe diventare l’anno più caldo mai registrato. Questo scenario allarmante ha spinto i Paesi più vulnerabili, come le isole del Pacifico, a intensificare la pressione sui governi più inquinanti. Ralph Regenvanu, inviato di Vanuatu, ha lanciato un appello per evitare che l’azione globale sul clima venga deragliata. Le temperature in crescita minacciano la stabilità di ecosistemi interi e, di conseguenza, anche delle economie e delle comunità umane che ne dipendono. Per Regenvanu, serve una “cooperazione internazionale” solida, e questa COP potrebbe essere l’occasione per mostrare che il mondo sa ancora fare squadra, indipendentemente dai cambiamenti politici.

I nodi sul tavolo: soldi per il clima e finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo

Uno dei principali punti all’ordine del giorno a Baku riguarda i finanziamenti per il clima. Ad oggi, il mondo sviluppato si era impegnato a contribuire con 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fronteggiare i danni del cambiamento climatico. Ora, però, ci si interroga se questa cifra sia sufficiente, e molti propongono di aumentarla. La domanda principale è: chi metterà i soldi, e chi potrà beneficiarne? I fondi sono essenziali per sostenere quelle economie più fragili, che soffrono maggiormente le conseguenze del riscaldamento globale, come eventi estremi, siccità e inondazioni, e che sono spesso più dipendenti dai combustibili fossili.

Giovani e clima: perché tutto questo dovrebbe importare anche a te

Come mai la COP29 è importante anche per le nuove generazioni? La risposta è semplice: il futuro del pianeta è anche, e soprattutto, il vostro futuro. Le decisioni prese in queste conferenze possono influenzare la qualità dell’aria che respireremo, la disponibilità di risorse, e le possibilità di avere un mondo più sicuro. I cambiamenti climatici stanno già mostrando i loro effetti devastanti: dal Polo Nord, che si scioglie, alle foreste in fiamme, agli uragani sempre più frequenti. Ecco perché giovani di tutto il mondo chiedono azioni concrete e rapide.

L’assenza di leader chiave e un’opportunità per la società civile

Un altro fatto importante è che, a differenza delle precedenti edizioni, molti leader del G20, tra cui anche il presidente uscente Joe Biden, non saranno presenti a Baku. Questo potrebbe dare più spazio alle organizzazioni della società civile e ai movimenti giovanili per fare sentire la propria voce e richiedere maggiore ambizione.

Una sfida globale che riguarda tutti

La COP29 di Baku rappresenta quindi un momento decisivo per il futuro del clima. Che tu sia interessato alla politica o meno, l’impegno per il clima è qualcosa che riguarda tutti. Proprio come dice Regenvanu, nessun Paese, da solo, può risolvere la crisi climatica: occorre cooperazione. E in questo senso, anche le azioni di singoli giovani cittadini, il loro interesse e attivismo possono fare la differenza. È tempo di farsi sentire: il pianeta è nelle nostre mani.

13/11/2024

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