È un grido d’allarme che riguarda da vicino la Generazione Z, quella dei ragazzi nati tra la fine degli anni ’90 e il 2010: uno su quattro consuma sostanze e 910.000 giovani si “sballano” regolarmente. Numeri che fanno riflettere, e che raccontano una realtà spesso nascosta dietro la voglia di divertirsi, di evadere, o semplicemente di sentirsi parte del gruppo.
Un fenomeno che cresce nel silenzio
Secondo i dati diffusi dalla Società Italiana Patologie da Dipendenza (Sipad), in Italia ci sono cinque milioni di persone a rischio dipendenza, di cui un numero sempre maggiore è under 25.
Tra gli adolescenti, oltre 160.000 studenti tra i 15 e i 19 anni sono considerati “poli consumatori”: significa che fanno uso di almeno due sostanze psicoattive illegali, spesso cannabis associata ad alcol e nicotina.
Ma il problema non si ferma alle droghe: quattro milioni di italiani sopra gli 11 anni bevono alcol a livelli considerati rischiosi per la salute, e un milione sono consumatori dannosi. Colpisce anche il dato sull’aumento dell’80% delle donne consumatrici negli ultimi dieci anni.
79 nuove sostanze in un solo anno
Il quadro è aggravato dal ritmo con cui si diffondono le nuove sostanze psicoattive: solo nel 2024 ne sono state scoperte 79, spesso acquistabili online e difficili da individuare nei controlli. “È un’emergenza sanitaria silenziosa”, ha dichiarato il presidente della Sipad Claudio Leonardi, annunciando che il congresso annuale dell’associazione — in programma a Roma dal 19 al 21 novembre — sarà dedicato a condividere strategie di prevenzione e innovazioni terapeutiche.
Il prezzo più alto lo pagano i giovani
Secondo l’Agenzia europea per le droghe (EUDA) e l’OMS, ogni anno nel mondo il consumo di sostanze causa 600.000 morti evitabili tra overdose, malattie correlate, incidenti e suicidi. In Italia, però, il fenomeno assume contorni particolarmente drammatici nella Gen Z, dove la ricerca di sballo regolare coinvolge il 25% dei ragazzi.
Nei Servizi pubblici per le Dipendenze (Serd) risultano attualmente in cura 135.000 persone: il 59% per uso di eroina, il 27% per cocaina e crack, il 13% per cannabinoidi. Solo l’1% soffre di dipendenze comportamentali, come gioco d’azzardo, social media o sesso, ma si tratta di numeri in crescita, specialmente tra i giovanissimi.
Serve più ascolto, non solo repressione
Gli esperti parlano di un “sommerso preoccupante”: circa 500.000 persone, in gran parte giovani, che vivono situazioni di dipendenza senza cercare aiuto. Dietro le statistiche, però, ci sono storie di solitudine, ansia e disorientamento, accentuate da un contesto sociale che spesso spinge a mostrarsi sempre forti e “perfetti”.
L’appello della Sipad e di molti operatori è chiaro: serve più prevenzione, più ascolto e meno giudizio.
Perché dietro ogni numero c’è un volto — e una generazione che ha bisogno di sentirsi capita prima ancora che curata.
06/11/2025







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