La fase di ripresa post pandemica ci porterà, più che mai, alla ricerca di nuove opportunità lavorative e visto che la concorrenza sarà spietata meglio evitare qualche errore:
Ø Che si sia disoccupati o si desideri solo cambiare, il primo errore è non avere obiettivi chiari: si vuole essere dipendenti o liberi professionisti? E, nel primo caso, in una grande azienda o una piccola realtà, forse innovativa ma più rischiosa? La retribuzione è fattore importante, ma in queste riflessioni preliminari dovrebbero rientrare anche responsabilità, orari e ambiente che vogliamo nel nostro futuro impiego.
Ø Individuati gli obiettivi, va da sé che l’invio in massa di centinaia di curricula via mail non ha senso. Ha invece senso far viaggiare il cv su differenti canali: centri per l’impiego, social network, giornali e riviste specializzate, ma anche career day, workshop e fiere di settore.
Ø Nonostante qualche esempio di segno opposto tra i nostri politici, il cv non deve mai contenere esperienze false o gonfiate, errori di grammatica o di ortografia.
Ø Le qualità caratteriali che poco hanno a che vedere con le competenze tecniche ma che spesso fanno la differenza. Il segreto è studiare, informarsi non solo sull’attività dell’azienda, la sua storia e la situazione che sta vivendo in quel momento, rispetto per esempio alla concorrenza. Ma anche informarsi sulla persona che ci farà l’intervista. Tra internet e social network oggi tutti questi elementi si trovano abbastanza facilmente.
Ø Non guardare negli occhi il proprio intervistatore o stare seduti scomposti sono sintomi di disagio. Lo stesso dicasi per il chiudersi a braccia conserte o giocare troppo con biro e fogli; è necessario far vedere che abbiamo un’opinione, seppur con la dovuta morbidezza.
Ø Lamentarsi della precedente esperienza lavorativa, dire che vi ha «traumatizzato» è un errore, non tanto per una questione di ipocrisia di forma, ma perché è importante volgere al positivo anche le esperienze peggiori.
06/02/2021
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