Il ritorno degli esami in presenza è un bene per i ragazzi visto che in Italia più di una famiglia su 4 (25,3%) non dispone di un accesso Internet a banda larga in grado di supportare massicci flussi di dati e collegamenti audio video mentre l'avanzata della povertà coinvolge oltre 1,3 milioni di minori e pesa sulle loro opportunità formative. È quanto emerge da un'analisi dell'Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento alla partenza degli esami di terza media per circa 570mila studenti delle regioni in cui le lezioni sono terminate e che sosteranno una prova orale in presenza.
Per evitare assembramenti fuori dagli istituti nell'ultimo giorno di scuola, molti presidi hanno emanato circolari con le quali scaglionano le uscite dei ragazzi, distanziandole di almeno un'ora l'una dall'altra. Poi, prima di passare alle superiori, rimane da fare l’esame. La prova di terza media, però, non è quella tradizionale: a causa della pandemia, non ci sono gli scritti e tutto si racchiude in un lavoro svolto in precedenza dagli studenti e che verrà illustrato alla commissione.
A differenza di dodici mesi fa, quest’anno la discussione non sarà online ma si tornerà a farla in presenza. Una notizia che i ragazzi hanno accolto con entusiasmo: per 2 su 3 è nettamente meglio parlare di fronte ai professori dal vivo e non attraverso lo schermo di un computer. Tra l'altro questa modalità d'esame, senza scritti, piace: il 60% la promuove a pieni voti, il 20% avrebbe preferito ripristinare lo schema classico
Le regole di distanziamento e le precauzioni per limitare il diffondersi del contagio hanno comportato – sottolinea Uecoop – uno stravolgimento globale della scuola fra turni di ingresso, rimodulazione degli spazi e delle lezioni. Con l'emergenza Covid è esplosa la didattica a distanza che si scontra però, come evidenziano i dati Istat, con il divario digitale che colpisce di più le regioni del Sud.
11/06/2021
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