Il 27 gennaio e il 10 febbraio, vengono celebrate le ‘Giornate della memoria e del ricordo’, per non dimenticare le vittime dell’Olocausto e delle Foibe. Seppur in troppe occasioni i due ‘Giorni’ vengono comparati, essendo due eventi drammatici della storia, vi sono delle sostanziali differenze, che evidentemente sfuggono al Capo Dipartimento del Miur.
Il collaboratore del ministro Bianchi, ieri, in occasione del ‘Giorno del ricordo’, in una circolare da inviare alle scuole, ha dichiarando: “Il Giorno del ricordo e la conoscenza di quanto accaduto possono aiutare a capire che la categoria umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella degli italiani. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla categoria degli ebrei”. E proprio questa affermazione ha suscitato un’onda di dissensi, ritenendola, come per esempio dichiarato dall’Anpi, l’Associazione partigiani, “storicamente aberrante e inaccettabile”.
Ciò che accomuna i due eventi è il dramma vissuto da due popoli, ma se lo sterminio avvenuto sotto il potere di Hitler è stato programmato, perpetrato e finalizzato ad annientare un’intera etnia, quanto accaduto per mano di partigiani jugoslavi, è stato un eccidio, generato da odio raziale legato ad un particolare periodo, ma non premeditato.
11/02/2022
Inserisci un commento