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ZEMAN: IL CALCIO E LA VITA

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Presso la libreria “Nuova Europa a Roma, si è tenuta la presentazione del libro “La bellezza non ha prezzo”, scritto dal giornalista e vicedirettore del Corriere dello sport, Andrea di Caro e l’allenatore Zdenek Zeman.

Il libro racconta la storia proprio di Zeman, il quale può essere definito come un maestro di vita e ha fatto del gioco del calcio una vera e propria arte da vedere e da ammirare.

Nel libro viene raccontata la sua vita nella Cecoslovacchia, l’attuale Repubblica Ceca e le sue esperienze sportive ma anche di cronaca, come non si può dimenticare il Foggia “dei miracoli” o la sua denuncia sull’abuso di farmaci da parte dei calciatori e le plusvalenze, temi a distanza di vent’anni ancora molto attuali.

La sala dove si svolgeva la presentazione era affollata di persone venute a conoscere e ad ascoltarlo, Zeman arrivato tra gli applausi non ha nascosto la sua propria emozione, uomo di poche parole ma di tanti fatti, insieme al giornalista di Caro, hanno iniziato a parlare del libro e della sua vita, attraverso domande rivolte verso Zeman.

La sua storia sportiva, iniziò nel ’69, quando dovette lasciare la Cecoslovacchia, la sua vita si intreccia con gli avvenimenti che hanno fatto la storia, di lì a poco iniziò la “Primavera di Praga”, con i carri armati russi che arrivarono per fermare le proteste.

Zeman ricercato dal regime comunista, andò in Italia in Sicilia presso suo zio Cestmir Vycpálek, anch’egli allenatore di calcio, il quale negli anni ’70 alla guida della Juventus, vincerà due scudetti. Vycpálek zio dall’animo dolce e simpatico come detto da Zeman, visse gli orrori dell’olocausto, egli fu internato nel campo di concentramento di Dachau.

Zeman in Sicilia iniziò allenando piccole squadre per poi approdare alle giovanili del Palermo, ma la sua vera prima squadra fu il Licata che militava in Lega pro e dove portò il suo affascinante gioco caratterizzato dal famoso 4-3-3. Da lì, dopo brevi esperienze alla guida del Foggia, Parma e Messina, ritornò al Foggia dove iniziarono i famosi anni del “Foggia dei miracoli”, la quale fu la squadra sorpresa nella stagione 1992-1993, diventando un innovatore nel calcio italiano, come spiega Zeman, per lui il calcio è intensità e allenamenti, famosi gli allenamenti con i gradoni.

 Nel 1994, Cragnotti Presidente della Lazio, lo portò a Roma, nelle sue due stagioni alla Lazio, Zeman arrivò secondo non riuscendo a vincere ma portò il suo gioco che i tifosi ricordano. Dopo l’esperienza alla Lazio, Zeman rimase sempre a Rom, passando alla guida della Roma di Sensi, dove lanciò un certo Francesco Totti.

Durante la sua esperienza alla Roma, nell’estate del ’98, Zeman ad una domanda da parte di un giornalista rispose che “il calcio doveva uscire dalle case farmaceutiche e dalla finanza”, Zeman non fece nomi ma la società Juventus rispose subito, ci furono processi ma continuò a denunciare un sistema quello del mondo del calcio , provando a migliorarlo sempre con grande coerenza e professionalità, ma trovò ostacoli e critiche da parte di chi il sistema non voleva cambiarlo.

Zeman continuò ad allenare passando per il Napoli, la Salernitana, l’Avellino, il Lecce con cui espresse un buon calcio, il Pescara che con una squadra con Immobile, Insigne e Verratti riportò la squadra in seria a, il ritorno alla Roma nel 2012, ma la seconda avventura alternata da buone prestazioni e altre no, non finì bene, come spiegato da Zeman in quella Roma mancava l’organizzazione. Infine allenò il Cagliari, il Lugano in Svizzera e l’ultima sua recente esperienza nuovamente alla guida del Foggia.

 

Finita la presentazione sono partiti lunghi applausi per Zeman, applausi degni di un allenatore e prima uomo che ha fatto del calcio una vera e propria arte, un arte ancora da dipingere in quanto Zeman si è detto pronto per nuove avventure.

14/02/2023

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