Il lockdown potrebbe aver avvicinato ulteriormente i giovani al fumo.
A lanciare l'allarme è il Codacons che, in appello alle Istituzioni, ha ricordato come proprio il fumo sia la causa ogni anno di oltre 93 mila morti, di cui più del 25% comprese tra i 35 ed i 65 anni di età.
Il tutto in un panorama che presenta ai giovani prodotti a base di nicotina come meno nocivi e più sicuri delle consuete sigarette.
Nella Giornata mondiale senza tabacco, "le amministrazioni si sono limitate a rilevare come la presenza sul mercato di nuovi prodotti possa risultare attrattiva per i giovani e come le attuali evidenze scientifiche non consentano di conoscere gli effetti a lungo termine del loro consumo", quando invece, secondo il Codacons, avrbbero dovuto mostrare nuovi studi inerenti questo trend.
E informare le persone circa l'impatto deri nuovi prodotti dedicati al fumo sulle loro vite.
"Alcuni operatori commerciali hanno avviato campagne di pubblicità sia online che su pannelli informativi nell’errato assunto che fosse lecito pubblicizzare il solo dispositivo. Appare inoltre errata l’assunzione che i predetti supporti pubblicitari e l’attività di promozione online costituiscano strumenti diversi da quelli vietati dall’art. 21 del D. Lgs 12 gennaio 2016. Risulta viceversa evidente che alcuni avvisi pubblicitari attualmente affissi su autobus e stazioni metro veicolino un messaggio di promozione del prodotto e del suo utilizzo", scrive in un documento la Direzione Generale della prevenzione sanitaria.
"Per quanto concerne i nuovi prodotti del tabacco, ovvero le sigarette a tabacco riscaldato, risulta anche in questo caso evidente che l’attività di promozione commerciale del solo dispositivo, ne promuova indirettamente il consumo", prosegue il testo.
Serve un intervento legislativo, secondo il Codacons, che possa regolare tutto il sistema.
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