Gli adolescenti italiani parlano sempre di più con l’Intelligenza Artificiale. Non solo per fare i compiti o tradurre una frase in inglese, ma anche quando si sentono tristi, soli o ansiosi. A dirlo è la XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save the Children, intitolata Senza filtri, pubblicata a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre.
E i dati sono davvero impressionanti.
Quando l’IA diventa un’amica (ma non sempre è una buona idea)
Il 41,8% dei ragazzi ha chiesto aiuto all’IA in un momento emotivamente difficile.
E più del 42% l’ha usata per farsi dare consigli su scelte importanti.
In totale, oltre il 92% dei giovani tra 15 e 19 anni utilizza strumenti di IA, una percentuale quasi doppia rispetto agli adulti.
Ma non si tratta solo di curiosità o gioco.
Molti ragazzi raccontano che ciò che preferiscono dell’IA è che:
- “è sempre disponibile” (28,8%)
- “mi capisce e mi tratta bene” (14,5%)
- “non mi giudica” (12,4%)
Tanto che il 63,5% degli adolescenti dice di aver trovato più soddisfacente parlare con un’IA che con una persona vera, almeno qualche volta.
Quali strumenti usano di più?
Tra le tecnologie preferite:
- Chatbot come ChatGPT, Claude, Dixit – usati dal 68,3%
- Traduttori automatici – 42,5%
- Assistenti vocali – 33,3%
- Chatbot “relazionali” come Character AI o Anima – 9,3%
E quasi un ragazzo su tre usa l’IA tutti i giorni.
Benessere psicologico: luci e ombre
L’Atlante racconta anche una realtà più dura.
- 12% ha usato psicofarmaci senza prescrizione (tra le ragazze la percentuale sale al 16,3%).
- 9% si è isolato volontariamente per problemi psicologici.
- Meno della metà dei ragazzi (49,6%) ha un buon livello di benessere psicologico.
- Esiste un enorme divario di genere: si sente equilibrato il 66% dei ragazzi, ma solo il 34% delle ragazze.
Un dato che preoccupa molto gli esperti.
Sempre online (forse troppo)
Il telefono è sempre in mano:
- Il 38% guarda lo smartphone anche quando è con amici o parenti (il famoso phubbing).
- Il 27% diventa nervoso se non ce l’ha con sé.
- Il 13% è “iperconnesso”, cioè usa internet in modo problematico.
- Il 47,1% è stato vittima di cyberbullismo, un dato in aumento.
E poi ci sono i comportamenti tipici del mondo digitale:
- 30% ha fatto ghosting almeno una volta.
- 37% visita siti porno (54,5% tra i ragazzi, 19,1% tra le ragazze).
Leggere, muoversi, uscire: attività che scarseggiano
Dal rapporto emergono anche abitudini culturali e fisiche:
- Solo 1 adolescente su 2 è andato in un museo o a una mostra nell’ultimo anno.
- Il 46% non legge libri.
- Quasi 1 su 5 non fa attività fisica.
Dati che mostrano una certa difficoltà a trovare tempo (o motivazione) per attività offline.
Non solo problemi: c’è anche tanto desiderio di crescere
La buona notizia?
Nonostante tutto, il 60% dei ragazzi si dice soddisfatto di sé, con punte più alte tra i maschi (71%).
E quando si parla di IA, molti adolescenti la vivono come un’opportunità:
- per studiare meglio
- per informarsi
- per scrivere, creare, esplorare
- per semplificare le piccole scelte quotidiane
La tecnologia, insomma, non è il nemico.
Il problema è come, quando e perché la usiamo.
Una generazione “senza filtri”
Il rapporto mostra una realtà complessa: gli adolescenti di oggi vivono più tempo online che offline, parlano con l’Intelligenza Artificiale come fosse un’amica e spesso sono in cerca di ascolto, comprensione e meno giudizi.
Forse la domanda da farsi non è se i ragazzi usano troppo la tecnologia, ma cosa manca loro nel mondo reale per sentirsi così soli da cercare conforto in una macchina.
Ed è qui che famiglie, scuole e adulti possono (e devono) entrare in gioco.
Perché un adolescente che chiede aiuto non dovrebbe mai sentirsi costretto a farlo da solo davanti a uno schermo.
14/11/2025







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