ASSAGO (Milano) — Luci, fiamme, tulle rosso e un muro di suono. Lady Gaga è tornata in Italia e lo ha fatto come solo lei sa: trasformando il palco dell’Unipol Forum di Assago in un vero teatro dell’immaginario, tra opera gotica, spettacolo pop e confessione personale.
Il Mayhem Ball Tour, completamente sold out, ha portato a Milano uno show da due ore e mezza che sembra uscito da un sogno (o da un incubo, a seconda dell’atto). Il risultato? Una celebrazione totale dell’arte, della diversità e — come ha detto lei stessa dal palco — dell’orgoglio di essere italiana.
Un viaggio in quattro atti tra luce e oscurità
Diviso in quattro capitoli, il concerto è una fusione di musica, teatro e performance art. Si apre con due Gaga — una bionda e una mora — che recitano il Manifesto of Mayhem, una sorta di dichiarazione di caos e rinascita.
Poi, la popstar emerge in cima a un abito rosso Tudor alto sette metri, mentre sotto di lei i ballerini si agitano come anime intrappolate in una gabbia d’acciaio. È solo l’inizio di una serata dove ogni dettaglio, dai costumi agli effetti speciali, sembra raccontare una battaglia tra luce e ombra.
Nel primo atto, un medley potentissimo di Judas, Aura e Poker Face scalda il pubblico, che esplode quando Gaga urla: «Ciao Milano, questa è la mia casa!».
Il secondo atto scivola nel sogno gotico di Perfect Celebrity e Paparazzi, con Gaga che canta dentro una tomba di sabbia circondata da ballerini-scheletri. Il terzo, più cupo e teatrale, evoca un castello infestato tra Killah e The Dead Dance.
Infine, l’atto conclusivo è pura catarsi: Born This Way, Million Reasons e una versione intensa di Shallow fanno da ponte verso Die With a Smile, cantata su una barca luminosa che attraversa il palco tra gli applausi.
Cuore italiano e lacrime vere
Tra un cambio d’abito e l’altro, Gaga trova il tempo per essere se stessa. «Essere italiana è il mio orgoglio e l’orgoglio della mia famiglia», dice commossa, prima di dedicare Joanne alla nonna.
Nel pubblico c’è anche Donatella Versace, accolta con applausi e cori. Gaga la ringrazia pubblicamente: «Nella mia carriera ho visto tanta gente cambiare, ma lei c’è sempre stata».
“I mostri non muoiono mai”
Quando le ultime note di Bad Romance infiammano il palco, sembra che tutto il Forum prenda fuoco con lei. Poi, quasi a voler chiudere un cerchio, si strucca davanti al pubblico e torna in scena “senza maschera”, salutando i suoi little monsters: «I mostri non muoiono mai».
Domani si replica, ma chi c’era stasera ha assistito a qualcosa che va oltre un concerto: un rito collettivo, un’opera pop, un grido di libertà.
Perché Lady Gaga, anche dopo quindici anni di carriera, resta quello che è sempre stata: un’artista capace di trasformare ogni palco nel proprio universo.
20/10/2025
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