Un rientro sui banchi diverso dal solito, quello di quest’anno a Torino. In tante scuole del capoluogo piemontese, la campanella non ha segnato solo l’inizio delle lezioni, ma anche un momento di riflessione collettiva: studenti, insegnanti e perfino genitori si sono fermati per un minuto di silenzio dedicato a Gaza.
L’iniziativa, partita dalla rete informale “Scuola per la pace Torino e Piemonte”, è stata accolta da diversi istituti. Alcuni hanno scelto di fermarsi subito al suono della prima campanella, altri nel corso della mattinata. Ma ovunque il senso era chiaro: dare voce, attraverso il silenzio, a chi vive da mesi sotto le bombe.
La forza del silenzio
Durante l’inaugurazione dell’anno scolastico al Convitto Umberto I, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha voluto sottolineare il valore di questo gesto:
“Quel silenzio è il segnale che non possiamo più stare in silenzio. A Gaza muoiono migliaia di bambini, a Kiev i ragazzi vanno a scuola nella metro per sfuggire ai bombardamenti. Non possiamo far finta di nulla: dobbiamo dirlo forte, questo non è accettabile”.
Un messaggio che suona come invito a non chiudere gli occhi davanti a quello che accade nel mondo, ma a sentirsi parte attiva di una comunità che prende posizione.
Un ritorno a scuola che parla di futuro
Il gesto dei ragazzi e dei loro insegnanti racconta una scuola che non si limita ai libri e alle interrogazioni, ma che prova a guardare oltre le mura dell’aula. Fermarsi un minuto non cambia il corso di una guerra, ma significa riconoscere il dolore degli altri e costruire, insieme, un linguaggio di pace.
Per molti studenti torinesi, il nuovo anno scolastico è quindi cominciato con una lezione che non si trova sui manuali: la consapevolezza che il mondo non è lontano e che il silenzio, a volte, può diventare la voce più forte.
10/09/2025
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