Le motivazioni dell’attuale conflitto Libico possono essere spiegate partendo dalla destituzione dell’ex presidente Muammar Gheddafi, conseguenza del conflitto del 2011, attuato con l’appoggio di Francia e Stati Uniti, il quale ha lasciato il Paese con centinaia di milizie armate e rivali, senza un governo in grado di controllare tutto il territorio e con il disinteresse di buona parte della comunità internazionale a favorire un processo di transizione verso la democrazia.
Era stato promosso un’accordo dall’ONU che prevedeva che la “Camera dei Rappresentanti” avrebbe dovuto riconoscere il governo di Serraj e diventare il suo braccio legislativo. Il problema è che non lo fece. Ci furono disaccordi soprattutto sul ruolo di Haftar, che aveva l’enorme ambizione di diventare il cosiddetto “uomo forte della Libia”, e riunire tutto il paese sotto un’unica autorità ma senza il riconoscimento della “Camera dei Rappresentanti”, il governo di Serraj non aveva alcuna legittimazione popolare, era stato “scelto” dalla comunità internazionale, la stessa che veniva incolpata da molti libici di essersi intromessa negli affari interni del Paese, senza che sia avvenuto un vero processo democratico partito dal popolo
Così la Libia si è ritrovata spaccata politicamente con da una parte il governo di unità nazionale riconosciuto di Fayez al Sarraj, il quale detiene il controllo della capitale Tripoli, godendo del sostegno anche delle potenti milizie di Misurata, che fino ad ora ha avuto il riconoscimento internazionale, dall’altra invece vi sono Il generale Khalifa Haftar e il suo governo situato a Tobruk che hanno il controllo di tutta la parte Orientale della Libia, mentre a Sud a dettare legge ci sono alcune tribù locali e l’Isis.
La leadership di Haftar è cresciuta sia dal punto di vista militare, con la creazione di un esercito, sia da quello negoziale, vista la sua capacità a espandere la sua influenza senza combattere e facendo accordi con i capi locali, soprattutto nel sud del paese, sia dal punto di vista internazionale riuscendo a portare dalla sua parte Egitto, degli Emirati Arabi Uniti, della Russia e soprattutto della Francia e spaccando così anche il fronte internazionale.
In particolare hanno giocato un ruolo importante le posizioni antitetiche di Italia e Francia che ha creato non pochi problemi e tensioni, infatti i due governi hanno deciso di appoggiare schieramenti tra loro rivali, e si sono scontrati sui possibili piani da adottare per il futuro del paese, con i francesi favorevoli a tenere subito nuove elezioni e gli italiani contrari.
Questo scenario difficile e complicato ha fatto maturare l’attuale conflitto cavalcato dall’ambizione di Haftar a riunire il paese sotto la sua guida
Come finirà?
03/05/2019
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