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GLI ADOLESCENTI E IL COVID-19

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Da quando il nuovo COVID-19 è entrato nelle nostre vite, per noi adolescenti non c’è mai stato un attimo di pace: in un attimo chiusi in casa per 3 mesi, poi ci hanno fatto uscire di nuovo ma con l’obbligo della mascherina dalle 18:00, poi siamo tornati liberi di spostarci, andare al mare e fare serata (spesso e volentieri ci hanno fatto ballare seduti ai tavoli) poi di nuovo la mascherina obbligatoria dopo le 18, l’inizio della scuola in presenza che diciamocelo, eravamo convinti che avrebbero chiuso il 10 di Ottobre e siamo durati anche troppo, poi la mascherina è diventata obbligatoria dalle 15, poi tutta la giornata appena esci di casa alle 6 per andare a scuola  il lunedì mattina fino a che non torni dal post-cena del venerdì all’1 di notte. Poi l’inizio degli ingressi scaglionati, la didattica a distanza al 75%, i DPCM del Presidente Conte, le restrizioni d’orario alle 18 per i bar, che non ti permettevano di finire il pranzo ed eri già costretto all’aperitivo se volevi stare 2 ore con i tuoi amici, in fine le diverse zone colorate d’Italia che sembra diventata una bandiera arcobaleno e indovinate come sta per finire? Sarà subito lockdown, di nuovo.

Ma voi adulti, professori, genitori, studiosi, virologi, psicologi, ministri e presidi che impatto credete che abbia avuto il COVID sulle nostre vite? Sulle nostre relazioni amorose, nel rapporto con i nostri nonni e con noi stessi, pensate che mentre voi siete lì in parlamento a spartirvi la poltrona, mentre i presidi prendono provvedimenti per “il nostro bene” mentre i professori ci urlano contro che non studiamo e i genitori che non abbiamo più voglia di fare nulla, pensate che noi qui, ci stiamo divertendo? Pensate che ci piaccia non poter vedere più i nostri amici? Pensate che ci piaccia non poter più uscire di casa a fare una passeggiata dopo una lunga giornata di studio? Pensate che ci piaccia seguire le lezioni di filosofia e fisica da un computer senza capire nulla di quello che l’insegnante sta spiegando? Pensate che ci piaccia vivere in assenza del calore umano delle persone a cui vogliamo bene? Senza le discoteche, i bar il sabato, le partite a calcetto, il cinema e lo shopping? Ve la do io una risposta: a differenza di quanto pensiate voi, no, non ci divertiamo a rimanere chiusi in casa, ma siamo talmente avviliti che ormai non abbiamo più voglia di fare nulla quando ci è stata tolta la nostra unica valvola di sfogo, i nostri amici. No, non ci divertiamo quando ci alziamo e vediamo che fuori splende il sole e noi non possiamo uscire. No, non ci divertiamo quando i prof si lamentano che la connessione non funziona e che noi non ci applichiamo, perché anche se possiamo seguire le lezioni comodamente dal letto, per noi significa doppio lavoro sempre e parliamoci chiaro, la scuola non si limita alle 6 ore giornaliere, c’è chi la porta avanti anche nel pomeriggio e chi invia file di studio nel weekand senza permetterci di staccare la spina. No, non ci divertiamo quando guardiamo i nostri abiti buoni, magari ancora nuovi, rimasti intatti nell’armadio acquistati per andare ad una serata speciale o ad un compleanno, per non parlare di tutti i 18esimo che sono stati cancellati, di tutta quella gente che aveva pronto il vestito, la torta, la location e in minuto ha visto tutto il lavoro di mesi andato in fumo. No, non ci piace dover stare lontani dalla persona che amiamo con la paura che alla fine di questo periodo potrebbe non esserci più, potrebbe aver conosciuto qualcun altro o semplicemente essersi resa conto che questo tempo l’ha segnata a tal punto da voler stare sola per riprendersi. E no, non ci piace l’idea di non poter più andare in skateboard in strada, non poter giocare a calcetto, non poter andare al cinema il sabato e lanciarsi i popcorn oppure prendersi sottobraccio ed entrare in un negozio a cercare il vestito per quella festa al quale sai che verrà anche la persona che ti interessa. Noi abbiamo perso la nostra vita, abbiamo perso uno tra gli anni più belli della nostra vita. Noi siamo consapevoli che per voi, adulti, il tempo non passa mai, ma noi ce lo vediamo scivolare via ogni giorno e siamo coscienti, forse più di voi, che nessuno ce lo riporterà indietro. Avete idea di quanta ansia e paura ci provochi questa cosa? La vita va avanti e noi rimaniamo indietro. Quanto ragazzi hanno iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti per arrivare vivi alla fine della prima quarantena e quanti non arriveranno in fondo alla seconda? Quante coppie si sono divise dopo anni per colpa di un sistema che a noi non ci pensa mai? Quanti ragazzi che avevano il sogno di fare musica o arte nella loro vita si sono ritrovati spaesati e hanno dovuto rinunciare al loro sogno e dover lavorare per aiutare la loro famiglia a mantenersi?

Perché dobbiamo rinunciare ai nostri sogni?

Perché ci state costringendo alla rinuncia della collezione  momenti felici?

Cosa vi abbiamo fatto di male?

Noi siamo la massa, siamo i più numerosi eppure siamo sempre in silenzio e non diamo nessun fastidio. Gli atti di vandalismo sono stati un atto di ribellione nei confronti di una società classista ed ipocrita che non aiuta i più deboli e infama chi cerca di crearsi una vita migliore, siamo stanchi di vedere le nostre famiglie in ginocchio e di andare a letto la sera nel dubbio e nella paura di cosa ci aspetta domani.

Mi chiamo Aurora, ho 18 anni da pochi mesi e per fortuna sono riuscita a festeggiarlo il mio compleanno, sono un’adolescente e vivo a Reggio Emilia, scrivo, sogno di fare l’attrice, l’anno prossimo andrò via di casa e ho paura di sapere cosa mi riserverà il futuro. Studio al Liceo Coreutico, ballo, quest’anno avrò l’esame di maturità e la mia è una scuola dove in tempo di COVID non riesci a capire come arriverai all’esame; hanno deciso di mandarci a frequentare i laboratori in presenza ma a che scopo? Molte delle mie compagne vengono da fuori e non potranno presenziare alle lezioni di danza, l’unico cambiamento sarà che saremo costretti a seguire le lezioni anche al pomeriggio per recuperare le ore che si andranno a perdere per via degli spostamenti scuola-casa al ritorno in metà mattinata. Non sarebbe stato semplicemente più facile tenerci tutti a casa assicurandoci che, date le attuali condizioni DRASTICHE che la nazione sta vivendo, la disciplina di laboratorio coreografico non sarà richiesta all’esame di maturità? Io la notte vado a dormire nel dubbio e nella paura di cosa mi aspetterà domani.

Francesco, è il migliore amico di Aurora. Si conosciamo da due anni e mezzo, anche lui ha compiuto 18 anni da pochi mesi, vive in Lombardia a Bottaiano una frazione di Ricengo in provincia di Cremona, ma forse voi adulti nemmeno sapete dov’è; non dov’è Bottaiano, ma dov’è Francesco. Francesco è sul suo letto in preda ad un esaurimento nervoso e l’ha chiamata alle 23:12 di una domenica sera chiedendole di tenergli compagnia perché si sentiva solo: non vede la sua ragazza da settimane e non la vedrà per chissà quante altre settimane, non gioca più a calcio da ormai quasi due mesi, non ce la fa più a stare in casa e domani lo aspettano 8 ore di videolezione perché i suoi professori hanno deciso che in un atto di simpatia le loro lezioni non dureranno 40 min come previsto dalla legge, ma 60 min, perché gli piace così, ma Francesco non può vedere la sua ragazza perché lui la legge la rispetta. Lui sostiene di aver sbagliato indirizzo superiore e vorrebbe rimediare perseguendo la sua passione per la psicologia tentando l’entrata all’università di Bergamo, a quando detto la migliore in Italia, ma in questa situazione sarà un pò difficile organizzarsi, pensate che aveva anche acquistato i biglietti per andare a vedere Salmo, insieme alla sua ragazza, al SanSiro lo scorso Giugno ma l’evento è stato rimandato al 2021 e chissà se lo faranno davvero. Francesco ogni sera va a dormire nel dubbio e nella paura di cosa lo aspetterà domani.

Carmela, detta Ela, lei invece a Giugno ha compiuto 16 anni è un po' più  piccola dei suoi due amici. È la migliore amica di Aurora che lei chiama Rori, vive a Napoli e come avrete potuto notare tutti lei e Aurora nella loro quotidianità non si possono vedere, si incontrano una o due volte all’anno, al mare oppure quando Aurora prende il treno per andare da lei qualche giorno. Quest’anno Ela e Rori non si sono viste al mare e la ragazza ormai maggiorenne aveva deciso che sarebbe andata al ponte dei morti a Napoli per passare qualche giorno con la sua amica, ma esattamente qualche giorno prima è stato emanato l’ultimo DPCM e sappiamo tutti come è finita. Ela è appena uscita da una relazione travagliata, è chiusa in casa, avrebbe bisogno di svagarsi ma l’unica cosa che può fare oltre sentire il cinguettio degli uccellini fuori dalla finestra è guardare Netflix, perché la Campania ad oggi è zona Rossa e in tv non trasmettono mai nulla di interessante. Ela fa il liceo scientifico, ogni giorno è pieno di cose da studiare e ogni giorno i professori si arrabbiano con gli studenti perché sono in ritardo con i programmi perciò a lei tocca fare tardi ogni sera sui libri, senza avere la possibilità di fare qualcosa di diverso per svagarsi un po'. Ela ogni sera va a dormire nel dubbio e nella paura di cosa la aspetterà domani.

Caterina, lei è il terzo componente del trio insieme ad Ela e Rori, ha 17 anni e vive a Roma. Ottimi voti al liceo scientifico, suona il vìolino e sogna di fare l’architetto, anzi aspetta...suonava il violino e in questo periodo è talmente tanto giù che non sa nemmeno dove sarà tra qualche mese perché questa situazione la sta logorando dentro e con sé le sue sue amiche, che da lontano non possono aiutarla in nessun modo. Caterina ogni sera va a dormire nel dubbio e nella paura di cosa la  aspetterà domani.

Questi sono esempi di ragazzi normalissimi che hanno delle vite meravigliose, diverse tra loro, in diverse parti d’Italia e sono persone che hanno sogni e speranze, praticano l’arte e la cultura, fanno sport e hanno una densa vita sociale.

Queste sono storie di comuni ragazzi, adolescenti oppressi da uno stato che a loro non ci pensa, non pensa all’impatto che queste restrizioni hanno sul nostro essere, non pensa a come ci sentiamo sfruttati dal sistema e messi da parte contemporaneamente, non pensa ai pianti nervosi e  agli attacchi d’ansia al solo pensiero che ogni giorno sarà uguale al precedente.

Queste sono storie di ragazzi normali stanchi di andare a letto e avere paura di sapere cosa accadrà il giorno dopo e soprattutto, stanchi di sentirsi dire che tutto questo è una forma di protezione nei nostri confronti, perché noi abbiamo occhi ed orecchie e siamo pienamente coscienti del fatto che non sia così.

17/11/2020

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