«Anche oggi qualcuno mi ha chiesto di lui». La vita di Dori Ghezzi, da ormai quasi vent’anni, è scandita così. Da voci che, con pudore o con spregiudicatezza, cercando con cura le parole o concedendosi il lusso di essere schietti, le sussurrano: «Sa, signora, a me sembra di conoscervi da sempre. Lei. E Fabrizio».
Parole che lei conosce e si aspetta, in particolare da quando la vita e le scelte l’hanno trasformata da cantante a custode di una memoria, organo di una voce di cui in tanti più che mai oggi, sentono l’assenza. Quella di Fabrizio De Andrè.
Lui, io, noi è una storia privata che s’intreccia con quella pubblica di chi, da sessant’anni, ascolta De André. Soprattutto è il racconto intimo, commovente, a tratti perfino buffo, di un grande amore. Un libro che Dori ha voluto scrivere insieme a due sceneggiatori. Per raccontare della sua vita e del suo rapporto con il piú carismatico cantautore italiano. E riesce nel prodigio di restituirci un De André inedito, perché visto attraverso i suoi occhi.
L’infanzia di Dori e quella di «Bicio», che mostra come la storia sia sempre stata una sola, anche quando loro non si conoscevano. Il primo incontro, a un premio musicale vinto da entrambi, durante il quale non smettevano di guardarsi. La nascita della figlia Luvi e la quotidianità campestre in Gallura. I mesi del sequestro, in cui a sostenerli fu proprio quel legame «fermo, limpido e accecante» che sarebbe continuato oltre il tempo. Un tempo sempre scandito dalla magia degli incontri: da Marco Ferreri a Lucio Battisti, da
Cesare Zavattini a Fernanda Pivano. Tra bambine che chiacchierano con Arturo Toscanini e
bambini che bevono cognac sotto i bombardamenti. Tra cuccioli di tigre allevati in salotto e
un viaggio in nave con un toro limousine.
20/04/2021
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